giovedì 19 dicembre 2013

LA NOTTE DELLA Q U E I M A D A

VENERDI 20 DICEMBRE E SABATO 21 .... DOPO LA MEZZANOTTE.........
SOLO AL BAR TAPERIA AL-ANDALUS,
NATURALMENTE!
Verso la mezzanotte vi invitiamo alla cerimonia della "queimada", che allontanerà le streghe e gli spiriti della notte…
Si tratta di una bevanda a base di acquavite, preparata durante uno spettacolare rituale che nasce in Galizia e che si perde nella notte dei tempi. Il rito richiede diversi passaggi. Innanzitutto si versa l'acquavite in un recipiente di terracotta, si aggiunge zucchero, bucce d'arancia e di limone, caffè e vino rosso (a seconda dei gusti). Quindi, con attenzione, si dà fuoco al liquido perché bruci e si mescola con un mestolo. A questo punto arriva il momento più speciale: si pronuncia un'invocazione mentre le fiamme si sollevano. Questa formula, che normalmente si recita in lingua galiziana, si usava per allontanare le streghe i demoni e gli spiriti maligni......
Spento il fuoco, non resterà che provare la bevanda. In alcuni posti tutto il rituale è accompagnato dal suono della "gaita", la cornamusa tipica della Galizia. Assistere a questa celebrazione è sicuramente un'esperienza molto speciale e vi aiuterà a comprendere l'essenza delle tradizioni di questa regione. Infatti la "queimada" rappresenta tutte le civiltà che si sono susseguite in questa terra della Spagna settentrionale: gli elementi poetici dell'invocazione richiamano la cultura celtica, il gusto per le bevande bruciate quella romanica e germanica, e lo zucchero e l'acquavite quella araba.....Vi aspettiamo.
INVOCAZIONE DURANTE LA CERIMONIA DELLA QUEIMADA:
Mouchos, curuxas, sapos e bruxas. Demos, trasgos e diaños, espíritos das neboadas veigas.
Corvos, píntegas e meigas. Feitizos das menciñeiras.
Podres cañotas furadas, fogar dos vermes e alimañas.
Lume das Santas Compañas, mal de ollo, negros meigallos, cheiro dos mortos, tronos e raios.
Ouveo do can, pregón da morte, fociño do sátiro e pé do coello.
Pecadora lingua da mala muller casada cun home vello.
Averno de Satán e Belcebú. Lume dos cadáveres ardentes, corpos mutilados dos indecentes,
peidos dos infernais cus, muxido da mar embravecida.
Barriga inútil da muller solteira, falar dos gatos que andan á xaneira, guedella porca da cabra mal parida.
Con este fol levantarei as chamas deste lume que asemellan as do Inferno,
e fuxirán as bruxas a cabalo das súas vasoiras, índose bañar na praia das areas gordas.
¡Oíde, oíde! os ruxidos que dan as que non poden deixar de queimarse no augardente quedando así purificadas.
E cando este beberaxe baixe polas nosas gorxas, quedaremos libres dos males da nosa alma e de todo embruxamento.
Forzas do ar, terra, mar e lume, a vós fago esta chamada, se é verdade que tendes máis poder ca humana xente, aquí e agora, facede que os espíritos dos amigos que están fóra, participen con nós desta Queimada.

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